LE STATUE STELE LUNIGIANESI

Significato e funzione

Le statue stele della Lunigiana sono state quasi tutte rinvenute al di fuori del loro contesto originario. Per questo motivo non è facile ricostruire il significato e la funzione che questi monumenti potevano assumere nell’ambito della civiltà che li ha prodotti. La loro funzione, resta quindi in buona parte enigmatica, dato che non si hanno dati archeologici sufficienti per conoscere certi fenomeni culturali nella loro interezza.

Qualche indizio significativo si può trarre dal confronto con monumenti simili rinvenuti in altre aree geografiche. Elementi di maggiore certezza si hanno per le statue stele del gruppo C: infatti, in base ai confronti con altri monumenti provenienti da contesti coevi, (Veneto, area felsinea e medio adriatica, Etruria settentrionale, Foggiano) è possibile ipotizzare la loro funzione come monumenti funerari. Inoltre queste raffigurazioni, concepite più come statue che come stele, assumono un significato ben preciso: sono monumenti individuali che esaltano un personaggio eminente nella comunità locale, che adotta l’armamento aristocratico e ostenta una superiorità culturale che gli deriva dalla conoscenza della scrittura. bLa presenza delle iscrizioni, tutte interpretate come onomastiche, evidenzia ancor meglio la volontà di esaltazione individuale.

Per i monumenti più antichi (gruppi A e B), invece, sussistono ancora ampie zone d’ombra. Anche in questo caso è possibile ricorrere a confronti con altre situazioni simili,  che tuttavia non sembrano risolutivi. Il fenomeno delle statue stele ha avuto infatti un’enorme diffusione geografica e rappresenta il risultato di processi simili che in una determinata epoca si svilupparono in zone anche molto distanti fra di loro. Fra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C. è testimoniato in tutta Europa l’inizio di un’epoca nuova (eneolitico), caratterizzata dalla prima lavorazione del metallo (rame) che acquista, in breve tempo, un’importanza sempre crescente e rende necessaria la ricerca di giacimenti metalliferi e la commercializzazione dei prodotti finiti. La precedente società neolitica non era socialmente stratificata, ed era caratterizzata da popoli agricoltori sedentari, con un’organizzazione sociale di tipo “matriarcale”. Con l’inizio dell’età dei metalli si afferma invece un tipo di vita nomade legato ad economia essenzialmente pastorale, a sfondo patriarcale e guerriero e con spiccate attività di commercio.

Lo stile di vita semi nomade-pastorale, causava antagonismi ed una sempre maggiore diffusione delle armi, usate sia a scopo di rapina che di difesa, ed anche una maggiore consapevolezza del potere e del ruolo dei mercanti-pastori-guerrieri, la cui organizzazione si fondava sulla ricchezza e sul privilegio economico. Particolarmente evidenti nel periodo del Bronzo antico sono gli indizi di attività bellica e di differenziazione sociale, testimoniati dalla presenza di abitazioni fortificate, dalla disposizione strategica dei villaggi in posizioni dominanti di collina e dalle caratteristiche dei corredi tombali e dei ripostigli.

Museo delle Statue Stele Lunigianesi
Museo delle Statue Stele Lunigianesi

Proprio il nuovo modello di vita nomade determinò, probabilmente, l’usanza di segnalare aree specifiche degli itinerari più importanti con monumenti di grandi dimensioni come le statue stele. Esse infatti possono trovarsi indifferentemente sia in pieno ambiente naturale (Rouergue, Lunigiana), che in aree abitate (Linguadoca) od in corrispondenza di sepolture (zona balcanico-pontica, Provenza, Bacino Parigino, Bretagna). I gruppi di statue stele appaiono sempre dislocati lungo direttrici ben precise, in situazioni geografiche ed ambientali altrettanto caratteristiche e ricorrenti: quasi sempre, ad esempio, in prossimità di corsi d’acqua ed in zone montuose. Non si trovano mai in luoghi impervi o inaccessibili, ma lungo grandi valli di collegamento e in zone montane in corrispondenza di importanti vie di comunicazione tra vaste regioni d’Europa. Le statue stele dell’arco alpino, in particolare, si trovano lungo le valli che collegano le regioni mediterranee con quelle nordiche di oltralpe e risultano essere zone di approdo e direttrici di attraversamento di importante valore commerciale, soprattutto con lo svilupparsi della metallurgia, quando la montagna non appare più come ambiente arido e privo di risorse, ma sede di filoni metalliferi e di cave minerarie.

In Lunigiana sono stati rinvenuti alcuni raggruppamenti di statue stele come ad esempio a Pontevecchio, dove ne sono state ritrovate nove, otto delle quali infisse verticalmente nel terreno, allineate a poca distanza le une dalle altre con la faccia rivolta verso il corso del sole (sud). Altri probabili gruppi di statue stele dovevano presentarsi nella Selva di Filetto, dove sono state rinvenute 11 statue stele e a Malgrate con 6 statue stele recuperate. Piccoli gruppi si individuano anche a Minucciano, nella zona di Monti di Licciana Nardi, Filattiera, Canossa, La Spezia, e denotano un aspetto ricorrente anche in altre zone extralunigianesi (ad esempio ad Aosta e Sion), dove i monumenti, spesso associati a sepolture collettive, venivano disposti in allineamento a ricordare antiche e mai perdute tradizioni culturali.

Da tutti questi elementi nasce una duplice interpretazione di questi monumenti megalitici, sia “sacra” che “profana”. In un caso le statue stele potevano rivestire significati simbolici e astratti, legati alla sfera del culto religioso, e rappresentare immagini di divinità celesti, nell’altro potevano raffigurare personaggi reali viventi o defunti che, comunque, dovevano aver avuto una posizione sociale emergente all’interno della comunità (antenati eroizzati, capi o capostipiti del clan patriarcale). Le statue stele potevano rappresentare immagini di entità protettrici o di personaggi reali posti come punti di riferimento o di “guardia ” alla sommità dei villaggi, in zone di caccia, di transito o di interesse economico.

Come nel Neolitico con la scoperta dell’agricoltura si era affermata e diffusa l’immagine femminile, nell’età dei Metalli, all’interno di comunità di mercanti-nomadi-guerrieri, assume maggiore importanza la figura maschile. Le statue stele appaiono così riflessi di credenze e probabilmente di attività che facevano perno su entità “sovrumane” (nel senso di divinità), o almeno “superumane”, cioè connesse non a uomini singoli ma a gruppi sociali o tribali dotati di competenze tali da acquisire valore e prestigio.