IL CONTESTO CULTURALE
Il popolo delle statue stele
In Lunigiana è stato rinvenuto un cospicuo numero di statue stele, ma non possediamo una documentazione archeologica altrettanto ricca riguardo agli insediamenti e alle necropoli risalenti alla stessa epoca. Questi monumenti non sono mai stati ritrovati associati a precisi contesti archeologici.
Testimonianze sulle popolazioni dell’età del Rame e della prima età del Bronzo che scolpirono questi monumenti sono conosciute essenzialmente da grotticelle sepolcrali, in minor misura da insediamenti o da siti legati all’attività metallurgica. Nell’area compresa tra Liguria, Lunigiana, Garfagnana e Alta Versilia si afferma, in questo periodo, l’usanza di seppellire più individui, probabilmente appartenenti ad uno stesso “clan” o gruppo familiare, all’interno di anfratti naturali; in Lunigiana si conoscono ad Equi Terme, la Tecchia di Equi e la Tana della Volpe.
Non vi sono, invece, dati precisi sugli abitati che, nell’Appennino e nel massiccio apuano, sono limitati a stazioni di caccia o ad insediamenti stagionali(Grotta all’Onda, Tecchia della Gabellaccia, Ripari di Candalla). In questo infatti periodo assunse grande importanza la pastorizia grazie all’adozione di nuove tecniche quali l’alpeggio e la transumanza.
Diversamente dal precedente periodo Neolitico, caratterizzato da una società di tipo egualitario con un regime di vita essenzialmente pacifico e sedentario basato sull’agricoltura, l’addomesticamento e l’allevamento del bestiame, si assiste nell’età del Rame, con lo sviluppo della pastorizia e della lavorazione dei metalli, all’accumulo di proprietà (capi di bestiame e armi) e di conseguenza al progressivo emergere di individui o gruppi rilevanti il cui status poteva essere simboleggiato da oggetti di prestigio (pugnali, manufatti in rame), dal tipo di sepolture o dai monumenti megalitici quali le statue stele.
Il minerale di rame, che si trova in filoni sotterranei, raramente allo stato metallico, veniva estratto scavando gallerie, poi macinato e fuso in stampi di pietra per ottenere gli oggetti desiderati. Unito allo stagno dava luogo alla lega di bronzo.
Dall’età del Bronzo medio alla prima età del Ferro si nota una stasi nella produzione delle statue stele, mentre i rinvenimenti archeologici testimoniano una maggiore frequentazione del territorio.
Durante l’avanzata età del Ferro, tra la fine del VII e la fine del VI sec.a.C., si assiste ad una “rinascita” nella produzione di statue stele. In alcuni casi vengono rilavorate quelle preistoriche, in altri vengono creati dei tipi originali; ciò indica una continuità, almeno ideologica, del fenomeno che affonda le sue radici nel megalitismo. Nello stesso periodo le popolazioni indigene della Val di Magra vengono progressivamente a contatto con il mondo etrusco che influenza alcuni aspetti della cultura locale. In questo periodo cambiano anche le pratiche funerarie: E’ costante l’incinerazione del cadavere e la deposizione dei resti in urne (vasi biconici senza anse ma con piede), collocate con il corredo all’interno di pozzetti (fosse rivestite di pietre) o in “cassette” litiche, rituale questo, rigorosamente conservato nell’arco di ben otto secoli dall’inizio dell’età del Ferro all’avvento della romanizzazione.
Pochi sono i dati relativi ad insediamenti, che non raggiungono mai la dimensione urbana. L’economia è ancora basata sull’allevamento e sulle risorse delle montagne e dei boschi, i commerci sono limitati. Solo con la conquista e l’occupazione romana del bacino del Magra, si noterà una modificazione del territorio e dei modi di vita.
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