I LUOGHI DI RITROVAMENTO
Ritrovamenti
Sin dalla prima scoperta le statue stele hanno destato grande interesse e curiosità. La prima statua stele venuta alla luce nella Lunigiana Storica e’ quella di Zignago (prov. di La Spezia), rinvenuta nel 1827, che suscitò clamore soprattutto per l‘iscrizione in caratteri etruschi e per la sua attribuzione a tale periodo storico; le statue stele di La Spezia rinvenute nel 1886 nell’arsenale militare, accesero la discussione intorno alla loro funzione e significato. Le numerose scoperte nel corso del novecento sono state quasi sempre occasionali e prive di notizie relative alla loro giacitura primaria (cioè il contesto originario in cui le statue stele si trovavano). Fanno eccezione la statua stele di Minucciano III (Figura 6) , recuparata attraverso uno scavo stratigrafico nel 1968 e la statua stele di Venelia II, alla cui scoperta, nel 1984, ha fatto seguito uno scavo archeologico che ha fornito notizie sull’occupazione del sito in età preistorica e ha permesso di rivedere i dati dello scavo di Minucciano.
RIUTILIZZO
In realtà si può pensare che in Lunigiana non sia mai stata del tutto ignorata l’esistenza di questi antichissimi oggetti. Talvolta ad essi poteva associarsi un senso di superstizioso mistero che in qualche modo manteneva traccia di antichissime credenze popolari. In altre circostanze invece il ritrovamento di queste pietre già ben sbozzate e sagomate poteva rappresentare una buona occasione per disporre di materiale da costruzione già lavorato, così che in molti casi le statue stele rinvenute casualmente nel corso dei secoli sono state reimpiegate come materiali per costruire civili o religiosi: è il caso delle statue stele di Malgrate I, Filetto XI, Aulla, inserite nel muro di casolari e Arcola in un muro di sostegno; Malgrate III utilizzata come mensola; Falcinello murata come architrave di una finestra nella vecchia cerchia muraria di Falcinello e Codiponte come stipite di un portale nell’omonimo borgo medievale; Malgrate IV e Malgrate V riutilizzate nella costruzione di una fontana e Reusa a fastigio di un arco; Gigliana utilizzata come lapide commemorativa nella chiesa del paese
ICONOCLASTIA
Numerose statue stele del gruppo B sono state trovate in stato frammentario, rotte o intenzionalmente mutilate della testa e dei seni. Questo fatto può essere considerato come una testimonianza di antiche pratiche iconoclastiche. L’iconoclastia consiste nella distruzione intenzionale di monumenti che, in determinate condizioni storiche e culturali, si ritengono portatori di implicazioni ideologiche, simboliche, religiose non accettabili o addirittura condannabili.
Nei confronti delle statue stele questi interventi distruttivi sono testimoniati per la prima volta durante l’età del Ferro, quando, evidentemente, con l’intervento di un nuovo gruppo dominante e in epoca di profondi cambiamenti culturali e sociali, si intendeva cancellare il valore civile (rappresentazioni di personaggi influenti) oppure religioso (rappresentazioni di divinità) dei principali monumenti celebrativi della classe sociale spodestata. Questo spiegherebbe il fatto che le statue stele intenzionalmente danneggiate appartengano tutte al gruppo B.
Altri esempi di iconoclastia nei confronti delle statue-stele si hanno in epoca cristiana, durante il periodo alto-medievale. E’ il caso delle statue stele di Sorano I- II- III, trovate in stato frammentario all’interno delle fondamenta della chiesa di S.Stefano di Sorano a Filattiera. A riprova di questo rito, sempre a Filattiera, nella Chiesa di San Giorgio, è conservata una lapide celebrativa di un personaggio di stirpe longobarda dell’VIII secolo, Leodgar, che “gentillium varia hic idola fregit”, cioè che infranse gli antichi idoli pagani, alcuni dei quali erano forse le statue stele. Evidentemente in una terra montuosa e culturalmente conservativa come la Lunigiana le statue stele avevano continuato a mantenere, a livello di tradizione popolare, un legame con antichissime credenze pagane e idolatriche, e fu necessaria da parte della chiesa una dura lotta contro le tendenze religiose non ortodosse.
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